Fabio De Santis, Event & Conference Director di IEG – Italian Exhibition Group

Per i congressi è iniziata la ripresa.

“I segnali che abbiamo sono molto positivi. Se la campagna vaccinale proseguirà bene e se non accadranno fatti nuovi le prospettive a breve per il comparto dei congressi sono decisamente buone” ci dice Fabio De Santis, Event & Conference Director di IEG – Italian Exhibition Group e responsabile del palacongressi di Rimini.

“Soprattutto la parte congressuale ha dato segnali di reattività immediata. E questo più che per altri tipi di eventi. La domanda è sostenuta e si lavora a pieno regime. Anzi, posso dire che ora c’è un’inflazione di date che potrebbe creare delle piccole guerre commerciali. Per questo occorre che tutto il settore sia unito soprattutto per mantenere le nostre marginalità”.

Rispetto ai vari tipi di congresso la ripresa è uniforme o ci sono ancora alcune differenze tra i diversi comparti?

“Direi che per quanto riguarda i grandi eventi la ripresa è su tutte le tipologie di congressi: medico scientifico, associativo, sportivo. Attendiamo invece la piena ripresa degli eventi aziendali: quelli delle multinazionali risentono ancora del blocco degli spostamenti, mentre per quelli di minori dimensioni, mi riferisco alle classiche convention aziendali, in taluni casi c’è ancora qualche rallentamento causato dalle congiunture economiche”.

Il Palacongressi di Rimini

La pandemia come ha cambiato l’approccio al congressuale? E’ cambiato il format? Il digitale ha inciso in qualche modo?

“Diciamo che la pandemia ha dato una scossa a tutto il settore. In particolare dal punto di vista tecnologico ha anticipato processi che sarebbero magari avvenuti tra alcuni anni. Tuttavia una cosa mi sento di affermare con certezza: il digitale non sostituisce l’evento in presenza. Anzi, il digitale usato durante la pandemia ha dimostrato che non si tornerà indietro rispetto ai tradizionali congressi in presenza. A questo punto il digitale diviene un complemento dell’evento tradizionale cui serve per aggiungere presenze per esempio dall’estero”.

Quali sono le ragioni del maggior appeal del congresso tradizionale?

“Intanto pur a parità di contenuto scientifico da parte dell’utente c’è una percezione di minor valore del digitale rispetto al congresso tradizionale. Inoltre l’evento in presenza oltre ad avere tutta la componente del post evento che consente relazioni che diventano parte dell’evento stesso, diventa anche incentive e questo è sicuramente un valore aggiunto”.

Poi ci sono anche gli aspetti economici e di ricaduta sul territorio.

“Certamente e sono una parte molto importante. Basti dire che per quanto riguarda gli investimenti degli sponsor il rapporto è di 1 a 8 tra evento digitale e in presenza. Ma poi c’è la spinta del territorio. I congressi sono importanti per gli stakeholder che richiedono eventi in presenza. Per esemplificare diciamo che le ricadute di un congresso sul territorio sono di 4 o 5 volte il valore del congresso stesso. Per questo per province come Rimini e Bologna, par fare un esempio, il congresso è fondamentale per tutta l’economia del territorio. Inoltre il ‘fattore congressi’ spinge anche l’amministrazione pubblica a ripensare la città in termini di mobilità, green, scelte urbanistiche ecc. e di questo beneficia l’intera cittadinanza”.

L’intervista originale su Economia e Territorio è a questo link