L’ultima indagine congiunturale di Confindustria Emilia Romagna, realizzata in collaborazione con Unioncamere regionale e Intesa Sanpaolo, evidenzia un lieve calo (dello 0,3%) della produzione manifatturiera nel secondo trimestre dell’anno e una flessione dell’1% degli ordinativi, anche dall’estero.
Bene alimentare, meccanica e trasporto
Il rallentamento interessa un po’ tutti i comparti, anche se a registrare la flessione più consistente (-5%) è il legno-arredo. Mentre la variazione della produzione è positiva per l’industria meccanica (+1,5 per cento) e per quella alimentare (+2,5 per cento). L’alimentare, peraltro, è il solo settore a presentare un portafoglio ordini in aumento, in particolare dall’estero, così come è l’unico comparto nel quale il numero delle imprese che prevede una crescita della produzione nei prossimi mesi è superiore a quello che stima una diminuzione.
La dimensione delle imprese
Anche nel secondo trimestre l’andamento congiunturale ha continuato a mostrare una notevole correlazione positiva con la dimensione delle imprese. La tendenza negativa della produzione si è accentuata sensibilmente per le imprese minori (-2,1 per cento) e leggermente per le piccole imprese (-0,8 per cento), mentre le imprese medio-grandi hanno solo frenato sensibilmente il ritmo dell’attività produttiva (+0,7 per cento).
Le aspettative
Il 53% delle imprese si aspetta un andamento stazionario. Mentre il 28% delle imprese prevede un aumento della produzione da qui a fine anno. Negative le aspettative sull’andamento degli ordini dall’estero, attesi in crescita solo dal 20% delle aziende. Sostanzialmente stazionarie le previsioni sull’occupazione, con tre imprenditori su quattro che non si attendono cambiamenti. In tale contesto è in calo anche la domanda di credito da parte delle imprese, determinata sostanzialmente dalla stretta imposta dalla BCE con l’innalzamento dei tassi. Alle esigenze di cassa si fa fronte soprattutto con ricorso a risorse proprie e alla liquidità.
La presidente Annalisa Sassi
La presidente di Confindustria Emilia-Romagna, Annalisa Sassi sottolinea però, nel suo articolato intervento, anche la forza della locomotiva emiliano-romagnola: «Le nostre imprese hanno tutti gli strumenti per affrontare le sfide più difficili», ad esempio posizionandosi su nuovi mercati e filiere.