“Un grande uomo con lo straordinario dono dell’umiltà e della disponibilità che solo l’intelligenza sa regalare”. Così il nostro Marco Forcellini nella copertina del n. 12 di Rimini Trade Fair (antesignano su carta della nostra testata) dedicato alla visita di Mikhail Gorbaciov alla Fiera di Rimini esattamente 20 anni fa.
Era infatti il luglio del 2002 e l’occasione era la presentazione stampa di Ricicla, la manifestazione internazionale del recupero di materia ed energia e delle sostenibilità ambientali, da cui sarebbe nata Ecomondo.
“L’ultimo presidente dell’Urss, l’uomo che abbattè la cortina di ferro a suon di ‘glasnost’ e ‘perestroika’”, recitava l’articolo, “ha fatto il suo ingresso nel quartiere fieristico riminese, in una giornata di vento caldo, di quelle in grado di stendere chiunque. Lui invece era interessato ad ogni cosa, affabile con tutti. Ha seguito volentieri il Presidente di Rimini Fiera in un breve tour per i padiglioni (‘Belli: così nuovi, ma anche così classici’, ha osservato ammirato)”.
Gorbaciov intervenne in veste di Presidente della omonima Fondazione, dedicata a studi sociali, economici e politici, e come leader della Green Cross International, una onlus che promuoveva un nuovo rapporto tra uomo e natura, con l’obiettivo di avviare un vero sviluppo ecocompatibile, in evidente anticipo sui tempi.
“Viviamo un’epoca in cui tutto cambia velocemente – esordì Gorbaciov nel suo intervento – e chi non riesce a tenere il passo con i tempi, a studiare per formarsi, è messo da parte. Ecco perché ritengo importante una rassegna come Ricicla, che all’esposizione commerciale associa un fitto calendario di incontri pratici e seminati scientifici (…). Tutti i piani di risanamento ambientale falliranno”, diceva l’ex numero uno dell’Urss, “se i Paesi ricchi non metteranno la lotta alla povertà fra le priorità della loro azione. Fra i motivi di preoccupazione vi è quello dell’acqua potabile, un bene sempre più raro… In tanti luoghi della terra è ormai diventato impossibile utilizzarla in condizioni igieniche accettabili. Le malattie infettive dilagano, il clima della terra si scalda, l’acqua ‘buon’ viene sprecata per irrigare i campi (…). Occorre perseguire la strada dello sviluppo sostenibile. So bene”, concludeva l’uomo della ‘perestroika’, “che oggi nel mondo esiste una maggior sensibilità ambientale rispetto al passato, ma non è sufficiente. Dal punto di vista pratico è stato fatto poco. Dobbiamo far sì che i Governi passino dalle parole ai fatti: un conflitto ‘uomo-natura’ è tanto pericoloso come lo fu in passato quello delle armi di distruzione di massa”.