Jerome Favier è l’uomo più influente nel mondo dei diamanti. Tra fascino, intelligenza e business, abbiamo incontrato il CEO di Damiani a VOICE

Una visione decisa e che non lascia alcun margine di fraintendimento: secondo Jerome Favier, CEO di Damiani – la Maison sinonimo di luxury e artigianalità Made in Italy in tutti gli angoli del mondo – il lusso non è un’industria, per definizione. Lo ha sostenuto sotto i riflettori a VOICE – Vicenzaoro International Community Event – il kick-off concreto e simbolico della rivalsa orafo-gioielliera dopo i mesi di lockdown.

Per Favier “Il lusso è un’autenticità, una realtà, un savoir faire, un’artigianalità che può essere moltiplicata, amplificata”. Da questo deve ripartire il Made in Italy. “Non dobbiamo dimostrare che il Made in Italy è un asset: lo è. La maggior parte dei gioielli di alto livello nel mondo sono fabbricati in Italia.”

Un patrimonio nazionale di incommensurabile valore, che proprio sull’autenticità deve puntare nel rivolgersi ai mercati internazionali. “Grazie anche alla digitalizzazione, il consumatore finale è molto maturo, sa riconoscere abilmente cosa è autentico e cosa non lo è.” E basa le proprie scelte e le proprie preferenze proprio su tale discriminante.

In quest’ottica, i preziosi Made in Italy diventano portatori di un vantaggio competitivo innato e difficilmente replicabile. Il settore orafo-gioielliero, che partendo dalla Fiera di Vicenza da oggi rialza la testa, non potrà non tenerlo presente.