“La questione demografica è un grave problema strutturale, che si aggiunge ad altri problemi strutturali e che rappresenta un impedimento al buon funzionamento della società”.
Esordisce così Linda Laura Sabbadini, già Direttrice del Dipartimento per lo sviluppo di metodi e tecnologie per la produzione e diffusione dell’informazione statistica di Istat, a “Demografica. Popolazione, persone, natalità: noi domani”, evento promosso da Adnkronos e tenutosi lungo l’arco della giornata del 27 giugno 2023 a Roma, Palazzo dell’Informazione, che lancia il nuovo progetto editoriale dell’agenzia.
Secondo Sabbadini, il problema “esiste da tanti anni ma il Paese non se ne è accorto, e genera costi economici e sociali molto grandi. Non è un problema di quantità, ma di struttura della popolazione per età. In una proiezione fino al 2050 la popolazione anziana passerà dal 23% al 35%, mentre quella lavorativa diminuirà di 10 punti e si attesterà a 9 milioni di persone. Infine, il rapporto tra anziani e ragazzi sotto i 14 anni diventerà 3 a 1. Tutto ciò ha un grosso impatto sul sistema pensionistico”.
I confronti storici sono preoccupanti: “Al calo della popolazione si affianca parallelamente l’aumento della speranza di vita. Negli anni ’60 la media era di 1 milione di nati, ora siamo sotto i 400mila nati nonostante l’impatto dell’immigrazione. Il valore è uguale a quello del 1500 quando la popolazione era molto più bassa, circa di tre quarti”.
La necessità, dunque, è quella di dotarsi di una serie di politiche mirate: “Come la Francia, che era nella nostra condizione negli anni ’70 ma che ora si trova con 7 milioni di giovani di più di noi. Anche per loro il destino non era segnato, ma la politica si è rapportata in maniera adeguata. Il problema arriva nella misura in cui ci sono due emergenze mai affrontate: in primis l’emergenza legata all’occupazione femminile, in seconda battuta la necessità di azioni che facciano aumentare da subito la popolazione”