Una vista dall'alto di uno degli ingressi del quartiere fieristico di Rimini di Italian Exhibition Group

L’industria fieristica mondiale è in salute e sta mostrando importanti trend di crescita. Ad affermarlo sono i risultati del Global Exhibition Barometer, l’indagine semestrale promossa dall’UFI (The Global Association of the Exhibition Industry) che nel gennaio 2024 ha compiuto la sua 32esima rilevazione.

Lo studio include i dati di 419 aziende in 61 paesi (tra cui l’Italia) e offre analisi e prospettive di mercato per l’intero comparto. Secondo le rilevazioni, nella maggior parte dei mercati nel mondo il settore fieristico si è ripreso completamente dalla pandemia e la previsione per i prossimi mesi è che verranno raggiunti record storici per quanto riguarda i ricavi.
Un risultato notevole e che mette in evidenza la forza e la solidità di un settore e di un modello di business che, dopo la crisi pandemica, deve comunque far fronte alle forti pressioni inflazionistiche globali e alle gravi crescenti tensioni geopolitiche.

Per il 2024, infatti, non solo è stimata una crescita media dei ricavi attesi del 15%, ma a testimonianza del trend positivo dell’intero comparto sono anche le rilevazioni riguardanti i piani di sviluppo e di gestione della forza lavoro che le aziende coinvolte nello studio prevedono di attuare nei prossimi 6 mesi: a livello globale, il 52% delle aziende dichiara di voler aumentare il proprio organico e il 45% che verrà mantenuto l’organico attuale.

Al netto di questi andamenti di crescita, l’analisi dell’UFI ha permesso di individuare i macro-temi cui i player fieristici coinvolti rivolgono (e rivolgeranno) maggiore attenzione per i propri piani strategici: secondo le aziende rispondenti, le questioni più rilevanti in questo senso riguardano “Lo stato dell’economia nel proprio home market” (un’opzione che colleziona il 22% delle risposte a livello globale rispetto al 14% di solo 6 mesi fa) e gli “sviluppi economici globali” (17% delle risposte), seguiti dalle “sfide geopolitiche” (tema indicato dal 12% dei rispondenti).
In questa particolare graduatoria rientrano anche le “Sfide gestionali interne” (10%) e “L’impatto della digitalizzazione” (6%), che però rispetto alla precedente ricerca vengono scavalcate da tematiche come la “Concorrenza interna al settore fieristico” (11%) e “Sostenibilità/Clima” (10%).

Inoltre, alcuni “punti fermi” caratterizzano il settore fieristico globale e fungeranno così da guida per gli operatori nei prossimi 12-18 mesi:

• La customer satisfaction è sempre più al centro. Le aspettative e le esigenze dei clienti fieristici sono in continuo (e rapido) cambiamento e spaziano dalla richiesta dei dati in tempo reale alla capacità delle fiere di garantire un buon livello di matchmaking. Vista la centralità di questo tema, nel 2024 è prevista una corposa opera di investimenti, soprattutto in termini di competenze professionali degli addetti ai lavori, per migliorare la soddisfazione e “l’experience” dei clienti e del pubblico fieristico.

L’influenza della crisi climatica. Le condizioni climatiche in cambiamento e gli eventi estremi sempre più frequenti potranno avere un impatto sul settore causando cancellazioni e rinvii di fiere, manifestazioni e spettacoli o talvolta, in base alle condizioni climatiche delle diverse regioni del mondo, condizionare la partecipazione da parte del pubblico su scala globale.
Anche per questa ragione (oltre che per la prossima introduzione di standard di rendicontazione non finanziaria sempre più puntuali e stringenti), molte aziende stanno dando priorità ai propri investimenti in ambito ESG (Environmentale, Social, Governance) con l’obiettivo di adattarsi al meglio a uno scenario in continua evoluzione.

La portata dell’Intelligenza Artificiale. La rapida ascesa dell’intelligenza artificiale generativa (GenAI) sta avendo un forte impatto in moltissimi settori economici: il mondo fieristico non sarà esente e nei prossimi anni l’impiego dell’AI sarà sempre più frequente in varie attività, a partire dai processi in divenire di digital transformation. Secondo il Barometro, infatti, a livello globale vi è un ampio consenso (lo dichiara il 91% delle aziende coinvolte nella rilevazione) sul fatto che l’intelligenza artificiale avrà un impatto determinante soprattutto nelle aree “Vendite, Marketing e Relazioni con i Clienti”, “Ricerca & Sviluppo” e “Produzione di eventi“, dove tra l’altro circa un’azienda su tre ha dichiarato che l’AI è già utilizzata.

Nuovi player in gioco. Quello fieristico è un ampio ecosistema composto da attori diversi: anche se le aziende di grandi dimensioni sono meglio attrezzate e preparate a gestire le complessità globali (e in cambiamento) del settore, allo stesso tempo i player più piccoli avranno l’opportunità di trarre vantaggio dalle proprie dimensioni per registrare in modo più “agile” una crescita rapida nelle singole aree di interesse.